Matteo Forli
Photographer / Art Director / Cinematographer
Da sempre appassionato di fotografia, complice anche un clima familiare aperto allâarte e alla creatività , fin da piccolo comincia ad avvicinarsi al mezzo fotografico attraverso le Polaroid.Eâ evidente che lâobiettivo fotografico, nelle mani e mente di Matteo, si è fatto sguardo, sintonizzandosi con acuta sensibilità su corde diverse delle loro rispettive anime e permettendo di cogliere dimensioni e aspetti diversi di quella realtà fotografata. Il loro occhio-sguardo curioso e pietoso fruga, scova, scopre, fissa e indugia su oggetti, soggetti, situazioni che sembrano farsi parola nellâattimo breve in cui, colti di sorpresa, si sono lasciati strappare un moto dâanima che pur vive anche dentro di loro. Il suo occhio sguardo sempre coglie lâinvisibile dietro il visibile, lâassenza dietro la presenza, la presenza là dove sembra esserci il niente. Ricercatore dâanima, attimi fugaci, segreti nascosti, ombre e luci, là dove un occhio più distratto vedrebbe solo cose. Matteo Forli è un giovane fotografo che coniuga il tempo col silenzio dell'assenza del tempo,che scava ogni possibile esistenza con il senso di ciò che è stata e di ciò che ancora avrebbe potuto essere per assomigliare alla vita. Sono fotografie che rappresentano un intimo dialogo tra le cose e i loro opposti,una dialettica dei contrasti che prima ancora di diventare immagine,si delinea dentro di lui in profondità ,come bisogno essenziale e urgenza espressiva. Negli scatti realizzati all'interno di contesti psichiatrici o comunque di disagio psichico,emerge la sensibilità di Forli nel conferire ai soggetti ritratti una grande,dolorosa umanità e una dignità di uomini che sono caduti perché hanno attraversato, oltrepassando il tragico confine che separa i viventi dai meri esistenti. Il tessuto dei loro sguardi e dei loro destini,s'intreccia alla nuda luce che crudamente porta in superficie i loro drammi e le loro storie devastanti. Anche nel ciclo "Silence losting" incentrato sui luoghi e sulle cose abbandonate,tutto parla dell'uomo anche in sua assenza,del tempo perduto e del suo immenso silenzio, del vuoto che tutto ingoia e risucchia come un gorgo nei buchi neri dell'indecifrabile esistere.Un senso tragico delle cose state e poi abbandonate,investe ogni sua foto dell'amara consapevolezza che nel mondo tutto ha fine.Ma ci sono consapevolezze che hanno bisogno più di una fragilità che di una forza per poter esprimere più compiutamente la loro dura essenza,e la fotografia di Forli mette in luce questo lasciarsi divenire di cose e persone attraverso un lento ed inesorabile declino .In alcuni scatti di questo fotografo,il nero pare franare sul bianco,producendo un cascame di ceneri e di grigi ormai spenti,ma che nonostante tutto,continuano ad emanare un calore. Matteo Forli stabilisce con i suoi soggetti un legame strettissimo,un vero e proprio patto di lucidità e consapevolezza totale,accordando ad ogni foto la promessa che nulla sarà mai perduto completamente, finché il silenzio,dentro gli scatti e fuori di essi,non riuscirà a mantenere intatti tutti i segreti tra le cose o le persone e le loro altre vite.In fondo il silenzio del tempo perduto è la materia prima ed essenziale della fotografia di Matteo Forli.E se vi è un modo per ritrovare quel tempo perduto,sarà solo e soltanto attraverso un silenzio oltreumano e abissale.